Preghiera a S. Biagio

Parrocchia di S. Biagio

in San Marino di Carpi (Mo)  

Preghiera alla Madonna dei Ponticelli

Parroco

Parrocchia


Storia della Chiesa Parrocchiale
dedicata a San Biagio

Chiesa nel territorio di San Marino | Chiesa edificio  


LA CHIESA ATTUALE:

     L’impianto originale della chiesa, risale al sec.XI . Era in stile romanico a tre navate. La configurazione attuale a navata unica, è frutto di rilevanti trasformazioni avvenute nei sec. XVI e XVIII.  La zona absidale fu completamente  ricostruita nel primo 900, mentre il campanile venne eretto nel 1796, (1769) dopo la completa demolizione  del preesistente, del quale si ignora l’epoca di costruzione. Quando nel 1961 si sono fatti scavi per risanare e rifare il pavimento della chiesa, sono emerse le fondamenta dei pilastri e delle colonne romaniche della primitiva chiesa ma il tutto fu poi di nuovo sotterrato.

       L’interno, privo di decori od elementi architettonici rilevanti, presenta sei cappelle laterali. Di queste, le quattro  sormontate da archi sono occupate da altari, mentre una delle due più piccole e occupata dal confessionale e l’altra dall’immagine della Madonna dei ponticelli.

       L’assenza di controsoffitto, lascia a vista il sistema strutturale di copertura costituito da sei capriate lignee  che reggono l tetto, composto da un sistema di travetti e da tavelle in laterizio.

     Le pareti sono dipinte da un’unica decorazione anche se gli “ assaggi “ hanno lasciato intravedere qualche decorazione a fresco, ma molto frammentate e di scarsa importanza. 

LA CHIESA NEL TERRITORIO DI SAN MARINO 

            Il territorio di San Marino si trova al centro di improbabili ipotesi che vogliono che qui sorgesse l’antichissima ACERRA nominata da Stradone e da Polibio.  Si vollero anche individuare, su questi “ bocconi” di terra ( bocconi, perché emergevano da paludi specialmente nei mesi di piogge o invernali), le attestazioni più antiche di presenze nei nostri luoghi.

            Si scoprono così testimonianze della presenza romana nel nome della famiglia che lo avrebbe lasciato in eredità alla frazione;  nei materiali laterizi manubriati che ancora vi si possono vedere nella zona denominata Castellano che con frequenza vi si riscontra nel catasto di Carpi del 1448; nei vari pezzi di pavimento ritrovati  al di sopra dell'Oratorio de’ Ponticelli ; negli sparsi frammenti laterizi rinvenuti a fianco della Lama in un campo, chiamato da tempo immemorabile, Basilica. Toponimo greco censito in varie località.

            Anche se questi riferimenti sono corredati da una documentazione limitata, è certo però che la località abitata di San Marino ha una la  origine è antichissima. La sua chiesa dedicata a San Biagio è citata nella Bolla di Papa Callisto II del 10 Febbraio 1123.

            Nel 1200 la chiesa porta il titolo di Prevostura , forse perché è officiata dal Capo dei Canonici, il "Praepositus o Prevosto". Alla fine del XV secolo è Prevosto onorario il Cardinal Giovanni da Valenza, nipote di Papa Callisto III il quale, mentre andava da Modena a Verona, dopo aver consacrato il Duomo d Modena, consacrò anche la Chiesa di Carpi, che dal qual giorno fu sempre indicata con il nome della SAGRA ( CHE VUOL DIRE – LA CONSACRATA ).

            Nel 1512 Alberto Pio, il principe di Carpi, in occasione della costruzione della nuova chiesa, il Duomo, ottiene da Giulio II che il beneficio di San Marino, passi alla collegiata di Carpi, per sostenere i nuovi canonici che formavano l capitolo della nuova chiesa. Fu un brutto colpo per San Marino. Si trattava di quattrocento biolche di terra, divisi in quattro fondi detti : Cavata, Donella, Braga e Realina. Di conseguenza i Sacerdoti che avevano la cura di San Marino, da Prevosti divennero Curati. Per avere un sostentamento venne applicata a San Marino,  un Decreto di Papa Leone X che nel 1515 prescrive alla Collegiata carpente il sostentamento dei parroci spogliati dei beni anche se la cifra erogata era continuo oggetto di discussione.

            Nel 1571 la chiesa è cadente.Non valgono le richieste al Capitolo  e deve intervenire l’Arcirete Ordinario di Carpi Mons. Paolo Leoni ( Carpi non era Diocesi, e non  aveva a capo un Vescovo, ma un Arciprete che dipendeva direttamente da Roma - )Dopo la soppressione a Carpi della comunità religiosa degli Agostiniani ( 6 Giugno 1771), il soffitto ligneo della loro chiesa, dipinto da Alessandro Brusati e da Fra Stefano da Carpi, è adattato per questa chiesa parrocchiale.

             Nel 1700 la chiesa romanica era ancora a tre navate e lavori recenti ne hanno evidenziato le tracce. Nel 1825 le viene concesso il titolo di Rettoria in attesa di essere elevata a l titolo di Parrocchia. Altro grosso intervento edilizio è del 1857. Il 7 Settembre 1913 prende possesso della chiesa Don Leonardo Cestari che provvede a nuovi restauri. L’abside maggiore viene rifatta dalle fondamenta; il nuovo altare è in marmo; la volta è decorata dai carpigiani Forghieri e Otello Giovanoli; è rifatto il pavimento. Il 18 Agosto la rettoria  viene elevata a Parrocchia e i sacerdoti da rettori avranno il titolo di Parroci PREVOSTI.

            Durante  il periodo del Vescovo mons. Prati, i parroci avranno il titolo di Arcipreti.

CHIESA EDIFICIO:

Esterno 

            La chiesa si presenta con un aspetto semplificato e settecentesco, con facciata a timpano, divisa da piatte paraste e portale ad arco ribassato, sormontato da finestrone rettangolare.Il piccolo campanile, aperto da finestre centinate è concluso da tamburo ottagonale con cuspide cilindrica in cotto. Contiene un concerto di quattro campane, fuse nel 1945 dalla ditta De Poli di Vittorio Veneto. 

Interno

            L’interno è ad unica aula, già coperta da soffitto piano, ma demolito nei recenti restauri, causa terremoto, e sostituito dalla capriata lignea lasciata a vista, modificando così l’aspetto della chiesa, dandole un carattere medioevale.

            Nelle pareti si aprano due cappelle per lato, mentre la profonda abside è preceduta dal presbiterio con una volta a botte. Le vetrate policrome sono del prof. Romano Pelloni, 1985, raffiguranti: S. Biagio nel finestrone sull’ingresso, San Marino  nella parete laterale destra e la Madonna dei Ponticelli a sinistra.

Cappelle:

            Prima cappella a destra: Chiusa da una cancellata in ferro battuto e rifiniture di bronzo, opera del XVIII secolo. Contiene un quadro di San Lorenzo di buona mano.

            Seconda cappella a destra : Ancona di linee neoclassiche in scagliola policroma. Nella nicchia una modesta statua del Sacro cuore e reliquie di Santi.

            Presbiterio: Sui muri laterali si intravedono sotto l’intonaco, arcate a tutto sesto su pilastri di epoca romanica, residui dell’antica chiesa medioevale. Altare maggiore, leggio, tabernacolo in marmo, su disegno del prof. Romano Pelloni.

            Nell’abside, coro in noce a stalli seicenteschi divisi da paraste doriche. In alto, ancora in legno del XVII secolo contenente la statua del Patrono San Biagio di esecuzione faentina ottocentesca in cartapesta policroma.

            Seconda cappella di sinistra: Sull’altare trono professionale in legno dorato e dipinto, eseguito nel 1892 da Giovanni Barbieri di Correggio e statua della Madonna del Rosario in cartapesta policroma della manifattura Graziani di Faenza del 1858.

            Prima cappella a sinistra : Ancona dipinta. Nella nicchia statua in cartapesta policroma della Madonna addolorata, fine sec. XIX. Paliotto in scagliola policroma a racemi fogliati con l’immagine della addolorata. Lavoro settecentesco di di Giovanni Pozzuoli.

Sotto l’altare è stato posta la statua di Gesù morto .

            Sagrestia : Il quadro di San Giovanni Battista che era in sagrestia, pregevole opera del XVII secolo, di scuola bolognese, è stato restaurato e ora è ,come deposito per la custodia, presso il seminario vescovile di Carpi.


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