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Cooperativa Sociale NAZARENO

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La storia

Nel 1981 ha inizio la prima esperienza, da parte dell’Istituto Nazareno, di accoglienza di persone con handicap che hanno terminato il percorso nella scuola dell’obbligo.

La Cooperativa Sociale "NAZARENO" è stata costituita nel Novembre 1990 a cura dei genitori dei ragazzi con handicap, degli operatori del Centro Emmanuel , sull'iniziativa della Diocesi di Carpi e con la collaborazione dell'Azienda U.S.L. . All’epoca, presso il Centro, erano accolti venti ospiti con quattro educatori ed un obiettore.

Lo scopo principale della suddetta Cooperativa è quello di promuovere una nuova cultura per rompere l’isolamento entro il quale, troppe volte, queste persone si trovano a vivere.

Oltre al Centro Emmanuel (Centro Socio-Riabilitativo Diurno per portatori di handicap grave), nel 1991 viene creato il Laboratorio di Educazione al Lavoro, per rispondere alla richiesta di alcuni ragazzi del gruppo del Centro Emmanuel stesso che desiderano lavorare. L’esperienza interessava inizialmente due educatori e otto ospiti, e l’attività verteva sul lavoro per conto terzi e l’artigianato (lavorazione del cuoio).

Questi due luoghi offrono una possibilità di vita adeguata a persone, altrimenti emarginate, che soffrono di disturbi psicofisici e relazionali anche molto gravi.

Nel 1993 nasce la Cooperativa Sociale Nazareno Work per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Lo scopo è quello di creare un percorso che permetta alle persone seguite di poter essere aiutate ad inserirsi nel mondo del lavoro. All’inizio c’erano due addetti (di cui uno svantaggiato).

Nel 1996 nasce il negozio “L’Arca di Noè” pensato per dare uno sbocco commerciale a quanto si crea nell’attività di artigianato (soprattutto cuoio) con le persone seguite dalla Coop. Nazareno.

Sempre nel 1996 nasce il Laboratorio della Coop. Nazareno Work in seguito alla pressante richiesta di persone svantaggiate che cercano da lavorare.

 

IL CENTRO EMMANUEL

Nel Centro Emmanuel sono oggi seguite ventitre persone da educatori professionali (con l'apporto di psicologi e medici che forniscono una consulenza di supporto) e da alcuni volontari che aiutano il regolare svolgimento delle attività.

Il Centro è diventato un luogo significativo di incontro per tanti. Ne sono nate tantissime occasioni di rapporto che hanno contribuito a vincere il peggior male che affligge i nostri ospiti: la solitudine.

La metodologia riabilitativa prevede un approccio globale alla persona tenendo in considerazione tutti gli aspetti che la costituiscono:

- i rapporti che la persona vive;

- la sua modalità di comunicazione;

- la sua salute e lo sviluppo dell'autosufficienza;

- come si approccia e cerca di conoscere la realtà;

- come agisce sulla realtà.

Lo scopo del lavoro è dare un punto di riferimento relazionale stabile, e migliorare, per quanto possibile, l'autosufficienza perché uno possa sviluppare una vita adeguata a sé a all'ambiente che lo circonda. Il lavoro degli educatori, da un iniziale entusiasmo, si è andato progressivamente perfezionando, raggiungendo in questo settore una buona competenza professionale.

Un grosso aiuto ci è venuto da un lavoro di rete, impostato con altre realtà analoghe alla nostra, sparse sul territorio nazionale. Gli educatori partecipano annualmente a corsi di aggiornamento che si svolgono ogni anno nella Scuola Pratica di Psicopatologia di Milano e ad altri corsi promossi dalle USL e da Enti di formazione della nostra Regione.

Nello stesso tempo è andata crescendo la stima nei confronti del lavoro del Centro: è infatti diventato punto di riferimento pratico per diverse scuole per operatori ed educatori. Da ultimo è diventato luogo di tirocinio pratico per la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi di Bologna. La Cooperativa collabora con diversi Enti di formazione professionale (IRECOOP Emilia Romagna, CESVIP, Consorzio Scuola Lavoro, per la formazione del personale delle cooperative sociali, su temi educativi e problematiche riguardanti il Terzo Settore).

Il Centro Emmanuel ha una storia ormai decennale ed è stata, in ordine di tempo, la prima risposta concreta data ai portatori di handicap della città di Carpi.

Attraverso il Centro sono passati ormai trenta ragazzi ottenendo in diversi casi un miglioramento delle loro condizioni di vita. Una parte di questi ha dato vita al nucleo fondatore del Laboratorio di Educazione al Lavoro che abbiamo creato per continuare l'iter educativo iniziato.

 

IL LABORATORIO DI EDUCAZIONE AL LAVORO

Il lavoro spesso è un diritto negato a queste persone per le difficoltà che si creano ogniqualvolta si voglia inserirle in qualche attività produttiva. In questa situazione abbiamo pensato di istituire un centro dove a tema sia il lavoro. Lo scopo è quello di mantenere inalterate le abilità già da loro acquisite e di insegnarne altre. Un ruolo molto rilevante viene svolto a questo proposito dalle numerose attività artigianali proposte (cuoio, falegnameria ed altre) che favorisce un lavoro attitudinale preciso nei loro confronti.

Nell’ottica di dare uno sbocco commerciale ai prodotti realizzati dalla Cooperativa, è nato nel 1996 il negozio “L’Arca di Noè”. E’ stata un’esperienza da subito molto significativa perché crea occasione d’incontro con tanta gente (il negozio viene aperto in Via P. Guaitoli, in centro storico a Carpi) e valorizza il lavoro che i ragazzi svolgono. Attualmente l’attività è condotta da due educatrici e da sette ospiti.

Un altro obiettivo è quello di creare rapporti col mondo del lavoro per favorire inserimenti mirati, e per questo più efficaci, dei ragazzi a noi affidati. Per questo è nata nel 1993 la Cooperativa Nazareno Work, cooperativa sociale per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate (tipo “B” ai sensi della legge sulle Coop. Sociali). Attualmente vi lavorano circa settanta soci-lavoratori (di cui quarantacinque persone svantaggiate). La Cooperativa conta due sedi operative:

-          il Settore Verde e Pulizie, in cui vengono svolte attività di manutenzione di aree di verde pubblico, la gestione di aree ecologiche, la pulizia e la custodia di ambienti pubblici (palestre, aziende e uffici), progettazione e manutenzione di giardini (per privati);

-          il Laboratorio, in cui vengono svolte lavorazioni per conto terzi nei settori del materiale plastico, elettrico, elettromeccanico, metalmeccanico, tessile ed elaborazione dati.

I soggetti svantaggiati inseriti come soci-lavoratori provengono da comuni limitrofi a Carpi (come Novi di Modena, Soliera, Concordia, Mirandola, S. Possidonio e Modena) e sono inviati dai servizi del SIMAP, SerT, Servizi Sociali dei Comuni, Carcere. Con gli stessi servizi si collabora per percorsi preliminari all’inserimento lavorativo.

Nel corso degli anni, quattro persone hanno lasciato la Cooperativa per inserirsi nel mercato del lavoro “normale”.

 

TEATRO

Nel tentativo di valorizzare ogni talento delle persone che seguiamo, oltre all'educazione al lavoro, si cerca di far svolgere agli ospiti del Centro anche attività diverse, riconoscendo doti, troppo spesso nascoste dalla situazione di handicap che vivono.

In questo senso si è sviluppato negli anni il nostro laboratorio teatrale: siamo sempre stati dei “commedianti”, nel senso che da sempre abbiamo prodotto con gusto filmati, gag, improvvisazioni, drammatizzazioni, il tutto spesso rappresentato di fronte ad un pubblico “interno”.

Nel 1994 abbiamo provato a proporci di fronte ad un pubblico con una commedia, “Don Chisciotte” (Cortile del Castello dei Pio-Carpi): abbiamo avuto successo e perciò abbiamo pensato di proseguire. Nel 1995 abbiamo messo in scena “Ulisse” (Teatro Comunale di Carpi), nel 1996 “Man Alive” (Teatro Comunale di Carpi), nel 1997 “Le Pont Au Ciel” (Teatro Comunale di Carpi), nel 1998 “Mosé” (Teatro Comunale di Carpi), nel 1999 “Cristoforo Colombo” (Piazzale Re Astolfo di Carpi). L’enorme successo di pubblico e la risonanza che hanno avuto tali iniziative sulla stampa e sulle emittenti locali hanno contribuito a creare un atteggiamento diverso nei confronti della nostra realtà e della realtà dell’handicap in genere.

All’inizio l’unica avvertenza tecnica nella preparazione dello spettacolo è stata quella di mostrare la normalità che caratterizza i rapporti fra tutti i soggetti che collaborano alla vita del Centro. Per normalità intendiamo la ricerca di soddisfazione nei rapporti e nella realtà tutta. Obiettivo raggiunto, vista la domanda di uno spettatore durante la rappresentazione del “Don Chisciotte”: “Ma dove sono i portatori di handicap?”.

L’attività teatrale richiede molto impegno, ma il coinvolgimento dei ragazzi è sempre assicurato, forse dal fatto di avere una chance di protagonismo legata al quotidiano: la cosa più interessante per i nostri ragazzi è la possibilità di proporsi non come svantaggiati, ma come protagonisti della loro vita.

 

Quest’anno, il settimo consecutivo, abbiamo deciso di realizzare due spettacoli: il Centro Emmanuel propone “d’Artagnan” (un regista all’avanguardia va alla ricerca del suo d’Artagnan, attraverso una serie di audizioni all’interno di un teatro), mentre il laboratorio Nazareno Work propone “Braveheart” (dall’omonimo film).

I testi di “d’Artagnan” sono stati scritti da Stefano Tonini, educatore professionale del Centro Emmanuel e già sceneggiatore di “Cristoforo Colombo”(’99); i costumi sono ideati da Emanuele Lugli (il quale ha partecipato nel 1999 al Festival del Cinema di Venezia con il film “A domani”, come aiuto-costumista) e realizzati da Carpi Formazione (Scuola professionale ad indirizzo tessile);

le musiche sono composte da Gianluca Magnani e realizzate dai ragazzi del Centro Emmanuel;  le scenografie di entrambi gli spettacoli sono ideate da Adolfo Lugli, noto artista carpigiano conosciuto a livello nazionale; i testi di “Braveheart” sono di Antonio Toma, educatore del laboratorio protetto, mentre i costumi sono ideati da Emanuela Ciroldi e realizzati dalla scuola professionale Carpi Formazione; entrambi gli spettacoli sono a cura del regista Vittorio Pettoni Possenti.

 

ARTE

L’esperienza artistica è un’esperienza fondamentalmente simbolica: il simbolo è un’attribuzione di significato; il simbolo sta al posto di qualcos’altro per somiglianza, omogeneità, è un’immagine e mobilita la psiche nella sua totalità. E’ carico d’affettività e produce un ampliamento di coscienza, quindi profonda trasformazione. Pertanto la percezione artistica è una percezione intuitiva della realtà (“intuizione” deriva dal latino “in-tuire”, che può significare osservare, considerare o sapere da dentro; è un modo di conoscenza esperienziale ed olistico): le tecniche di espressione artistica mettono in atto l’intuizione attraverso forme simboliche.

Se partiamo quindi dal presupposto che l’arte è una modalità attraverso la quale si concretizza la capacità espressiva di una persona, conseguentemente noi miriamo ad essa in quanto interessati alle possibilità espressive dei ragazzi ospiti della Cooperativa; favorire l’espressione dei talenti dei soggetti, ci ha spronati a strutturare questo tipo di lavoro attraverso un’attività d’atelier proposta a tutti, utilizzando varie tecniche grafico-pittoriche. L’atelier della Cooperativa Nazareno è condotto da tre educatrici, Milena Saina, Rossella Urbano e Daniela Bertani.

L’entusiasmo dei ragazzi ci ha spinto a promuovere iniziative quali Mostre di Pittura (iniziate nel 1996) che ha visto coinvolti tre ospiti del Centro aiutati da un’educatrice, e la pubblicazione di libri di Poesie scritte da una delle ragazze che frequenta il nostro Laboratorio.

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Webmaster: ernesto giocolano
Aggiornato il 12-04-00.