Un amante della natura sogna di sicuro di penetrare nudo nella foresta vergine, quella che esisteva prima che luomo vi penetrasse. Egli si sdraierebbe sul muschio lussureggiante ai piedi dalberi giganteschi per ascoltare il canto degli uccelli. Un canto profondo e bello, senza pregUnaiudizi. musica bella e sonora, la cui sola percussione è il brusio delle foglie tra gli alberi. Lamante della musica, quale io sono, ha appena conosciuto questa felicità, trasportato nel regno della musica originaria, mentre lavorava con il gruppo dei musicisti del Créahm. Trisomici o no, suonando gli ottoni, i tamburelli, la fisarmonica oppure una tastiera, essi comunicano un tale piacere di suonare chessi trascendono le sonorità stesse prodotte. La tecnica è limitata, sebbene sufficientemente adeguata, mentre il dono che essi fanno di loro stessi è totale. Gli orizzonti che si aprono per questo gruppo del Créahm sono multipli delle composizioni strutturate che si concatenano con un ritmo binario o "free-jazz" e liberano una tale potenza despressione al momento degli assoli, che non cè più posto per lindifferenza. Così pure sono ben possibili delle improvvisazioni volontariamente destrutturate. Effetti che planano su di una ripetitività incerta danno libero sfogo alla sensibilità di ogni musicista. Ogni cosa diventa forte e fragile, quasi pericolosamente bella. Oltre al piacere acustico, lo humor è onnipresente. Unironia "birichina", puro-sangue fine, sorprendente, che assume la sua vera dimensione in un ambito collettivo. Infatti essi amano il pubblico lo percepiscono, da "quasi-attori" da sorriso al lato di un viso talmente elastico che prende mille forme insensate quando soffia dentro un trombone a questaltro che sembra nato con il sassofono in mano per arrivare infine in questo gruppo che si diverte a suonare unarmonia di una sola nota. Tutto è fonte di ironia. Possa il mio entusiasmo coinvolgervi quando vedrete questorchestra che soffia, nei propri strumenti, la vita. A bout souffle Dapprima ed innanzitutto, ci sono gli strumenti ; poi i musicisti, in scena, con aria caricaturale, si posizionano e guardano il pubblico. La musica è scandita, ripetitiva, raggiante, con gli assoli degli ottoni. La virtuosità, la tecnica sembrano futili, come fuori luogo. Si è testimoni di una musica che non può essere incasellata in nessuna definizione. E soltanto con i musicisti che la suonano. Essa è emozione, autenticità, ironia, derisione, senza tecnica percepibile. Niente sembra difficile per questorchestra, anche quando li si pensa fragili, con un problema. E ci sono anche dei visi, delle mani paffutelle e sensuali sulle tastiere, dei sorrisi, un po di goffagine. Ogni immagine è percepita ad un altro grado, leggermente spostata. Si vedono sguardi a volte tristi, spesso sorridenti e sempre complici e profondi ed attraverso tutto ciò, una ricchezza prima dissimulata sotto la parvenza umana diviene ora brutalmente evidente. Listante della musica è qui naturalmente essenziale, vivente. Suonata da un altro punto di vista, un altro tipo di musica, unaltra musica nasce. Musicisti :
Sophie
Pauquet clarinetto Myriam Vanhaelen clarinetto e percussioni Michel Carlaire clarinetto e percussioni
Alain Bougnet sassofono
Julien
Pirlot sassofono Michel Petiniot chitarra, tromba, tuba, vibrafono Vincent Becker trombetta, trombone, tuba Samuel Cariaux armonica, pianoforte, trombetta, percussioni Florent Galler trombone, tuba Alain Mottet tuba Pierre Coune trombone, tuba, pianoforte Jean-Luc Massaux clarinetto, percussioni Claude Loret François Arcidiacono Regia : Muriel Zanardi Direzione musicale :
Jean-Luc Massaux
Cathy
St Rémy Accompagnamento : Didier Verpoorten Produzione :
Asbl Créahm Wallonie |
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